Il 6 maggio gli inglesi andranno al voto, naturalmente i media del belpaese hanno deciso che poco interessa agli italiani della politica degli altri paesi europei. O meglio ci interessiamo solo alle cose più importanti: non so, la crisi coniugale tra Sarkozy e la Bruni, ma sempre dimenticandosi di raccontare che il presidente francese ha fatto licenziare il giornalista e il caporedattore che hanno trovato e pubblicato la notizia.
Il Regno Unito dopo tre mandati con un governo di centro-sinistra è pronto a cambiare pelle. I sondaggi dicono che Gordon Brown parte in svantaggio rispetto al suo diretto sfidante Cameron. Quale risposta i laburisti hanno preparato per riconquistare un po’ di voti? Semplice, se la prendono con gli immigrati. Una cosa è chiara a tutti i politici europei: per prendere più voti bisogna prendersela con chi non vota, con chi è diverso, così tutti gli altri, il grande gregge, potranno votare non per qualcuno, ma contro qualcuno, contro gli stranieri, che fanno tanta paura.Il partito laburista ha deciso di scrivere un manifesto per le imminenti elezioni, nel quale si può leggere che “l’immigrazione è controllata, che le regole sono ferme e chiare”, passaggio condivisibile come lo è quello che condanna l’immigrazione clandestina, per poi arrivare a dire che agli uffici di collocamento ci sarà una corsia preferenziale per gli inglesi e che per gli extracomunitari che arrivano in Europa senza delle competenze specifiche sarà sbarrata la strada.
Il pezzo più interessante è però questo: “Poiché crediamo che venire nel Regno Unito sia un privilegio e non un diritto, romperemo l’automatismo fra la permanenza per un determinato periodo e la possibilità di ottenere la cittadinanza. In futuro restare qui dipenderà dal sistema a punti e l’accesso ai benefici sociali sarà progressivamente riservato ai cittadini britannici e ai residenti permanenti”. Non so come suona questo per voi, ma mi sembra che un leghista avrebbe potuto usare le stesse parole.
Come tanti a vent’anni ho preso armi e bagagli e sono andato a Londra per vivere il mio momento di libertà suprema. La cosa che più mi colpì fu il vedere una città dove così tante culture avevano possibilità di esprimersi. Spero che tra qualche anno mio fratello, che ora ha 9 anni, abbia la possibilità di “scappare” a Londra e che trovi un clima simile a quello che mi accolse nella sua intercultura. Sarà dura.
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eh, mi sa che tuo fratello andrà a Berlino...
RispondiEliminama quanto hai ragione
RispondiEliminaanche se il tedesco
è la cosa più ostica che esista