martedì 9 febbraio 2010

Sosta ciclabile

Sopporto poco, se sono in giro sopporto ancor meno e se sono in giro in bici non sopporto le macchine e il poco rispetto degli automobilisti nei confronti dei ciclisti. Torino è una città fatta a immagine e somiglianza dei suoi padroni; gli Agnelli, che della macchina hanno fatto il riferimento di sviluppo di tutta la viabilità e l'urbanistica. Le piste ciclabili in città sono poche e sovente scomode. Sono molto pubblicizzate, ma poco curate e inutili per gli spostamenti in centro.

Una delle poche piste ciclabili istituita in una zona strategica è quella che passa da via Verdi, vicino alla zona universitaria. Infatti tutti questi studenti squattrinati e sfigati possono andare fino in piazza Castello senza dover rischiare la vita su via Po e senza rischiare di uccidere qualcuno sotto i portici. Ma qui la giunta comunale, o il consiglio non so a chi darne il merito, si è superato: ha disegnato le strisce della pista ciclabile da piazza Castello fin quasi in via Rossini, dove una pizzeria si è impossessata di un bel pezzo di marciapiede e pista per installarci il dehors. Sono sicuro che in comune non usano molto le bici e quindi si sono basati per la concessione di quel dehors sul film ET, dove a un certo punto le bici iniziano a volare. A questo aggiungiamo che qualche decina di metri prima c'è l'ingresso del rettorato dell'università, dove c'è sempre qualche veicolo in sosta. Mi è capitato di provare a spiegare qualche autista che quella è una pista ciclabile e non un parcheggio, ma la risposta è sempre del tipo "Io lavoro per il comune. Se vuoi chiama i vigili". Purtroppo non ho sempre tempo di fermarmi e aspettare la municipale, ma il tempo per una foto lo trovo sempre, nel post trovate quelle che ho fatto oggi.
Quest'estate un amico francese di Lille, dove le bici sono quasi una cosa seria, mi raccontava che quando era giovane e aitante, gli è capitato più volte, che per un riflesso incondizionato, gli si staccasse il piede dal pedale vicino a una macchina parcheggiata su una pista ciclabile e che come per magia saltasse lo specchietto. Mi diceva che con i sensi di colpa passava più volte a controllare se la macchina si fosse parcheggiata nuovamente sulla zona riservata alle bici, per ripagare il danno, ma la macchina che aveva perso lo specchietto aveva perso anche l’uso di parcheggiarsi sulla pista ciclabile. Usanze da importare.

1 commento:

  1. Ottimo attenzione però alle videocamere di banche e altri stronzi vari!

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