venerdì 19 febbraio 2010

quotidiano da 200 euro

Tagli all’editoria e da destra a sinistra si piange miseria, non sto nemmeno a entrare nel particolare sul giochetto delle due firme di parlamentari rendono il giornale sovvenzionabile dallo Stato. Naturalmente per far questo bisogna dimostrare di stampare un bel po’, anche tante di più di quel che si vendono, come il giornale di Mastella che mandava al macero il 95% delle copie stampate. Poi ci sono editori che stampano cose una più diversa dall’altra, lo stesso personaggio possiede Il Riformista e Libero, ma è il mercato. Ci sono giornali dove lavori gratis a meno di non essere una firma importante: quante storie ho sentito di ragazzi come me che, anche nelle grandi testate, prendevano il minimo sindacale per potersi iscrivere all’elenco dei pubblicisti, 2 anni a 650 euro annuali, avete letto bene non al mese, ma all’anno. Ci sono giornali dove fai volontariato, manco uno stage, proprio volontariato, decine di pezzi scritti per l’onore. Ce ne sono altri dove ti pagano 4 euro a pagina pubblicata. Ci sono direttori di giornali che ti promettono dei compensi facendoti firmare fogli che non ti danno diritto ad alcun pagamento. Il rapporto tra soldi e carta stampata è così viscido che la gelatina di cui parliamo in questi giorni, mi sembra soda.

Vengo al punto, oggi compro il Corriere, roba che non mi capitava da anni, un bel paio di pezzi, ma appena ho dieci minuti vado a vedere il sudoku. Mi sono fatto una teoria su questo, se è veramente difficile vuol dire che c’è tanta gente che lo fa e il redattore chiede una griglia difficilissima solo per non vedersi più arrivare al giornale le note dei lettori che dicono quanto è facile il gioco pubblicato, inoltre obbliga i più impestati a comprarsi il giornale del giorno dopo per capire cosa ci andava in quella maledetta casella. Comunque il sudoku del Corriere è in ultima pagina, in basso in basso, sotto la griglia scritta piccolo piccolo c’è la lista di tutti i prezzi di tutti i supplementi che si possono comprare con il quotidiano. Avete in mente quanti possono essere? 25! C’è di tutto il dvd western, la commedia italiana, il teatro in cd audio, la compilation, il fascicolo per quello e il fascicolo per quell’altro, il gioco mnemonico di legno e l’inserto imperdibile e persino la Bibbia. Se uno per sfizio volesse comprare tutti suppellettili che ti propongono, oltre ad avere una bella carriola per portarsi tutto a casa, dovrebbe spendere 240.52 euro, come comprarsi il giornale per quasi sette mesi. Non so perché ho scritto sto post, ma mi saltano i nervi sapendo che i quotidiani hanno improntato la loro politica nel venderti un sacco di cazzate invece d’investire su inchieste, cronache e reportage..



fior di cipolla

Daria, nostra ospite fissa, ci ha portato una pianta di cipolla che cresce come il fagiolo magico della fiaba.

15 febbraio
16 febbraio
17 febbraio18 febbraio
19 febbraio

mercoledì 17 febbraio 2010

agrumi etici

Gli agrumi fanno bene, questa è una delle poche lezioni di educazione alimentare che ricordo. Quando vado al mercato riempio buste enormi di arance che una volta spremute riempiono il mio bicchiere. Poi le arance a Porta Palazzo costano proprio poco, con un paio di euro ti porti via più chili di quanti sia umano trasportarne. Un’altra cosa positiva è che facilmente i produttori sono italiani e questo mi fa sentire meno in colpa, perché se arrivassero dalla Spagna questi frutti sarebbero causa di un inquinamento non necessario.

Però a pensarci bene è da un po’ che non ne compro più, forse dai primi di gennaio. Si, si, da quando c’è stato quel casino a Rosarno. Adesso mi ricordo, c’era quella storia di tutti sti africani che raccoglievano arance e mi sono accorto che quasi tutti mercatari segnalavano la Calabria come zona di provenienza delle arance. Ecco perché costavano così poco: la manodopera per raccoglierle costa pochissimo e sovente non la si paga.

Adesso girando per il mercato si vedono ancora le scritte “provenienza Calabria”, ma di meno, noto invece sempre di più una marca: Jaffa. Non c’è scritta la provenienza, ma basta poco per immaginarsi che siano israeliane. Jafa è la città araba accanto alla quale è stata costruita Tel Aviv. Non mi dilungo su Jafa e su come sia stata uccisa dalla colonizzazione israeliana, di come i suoi abitanti siano stati costretti a fuggire a nel 1948, ne vi racconterò della bellezza araba-mediterranea che si scopre passeggiando per le poche stradine che sono state conservate.

Una cosa mi sembra interessante annotare, come le arance che vengono da Israele costino poco di più di quelle che vengono dalla Calabria. Se fossi un’attivista vi direi che i prezzi bassi sono dovuti al fatto che ci sono buone possibilità che gli aranceti della Jaffa si trovino su terre che sono state sottratte ai palestinesi e che l’azienda si può permettere dei prezzi stracciati perché non deve ammortizzare il costo dei campi, ma non sono un’attivista, o almeno non sono così stupido da raccontarvi che un fatto avvenuto 62 anni fa possa ancora pesare così tanto sui prezzi odierni. Questo non toglie che quelle terre in larga parte appartengano a dei palestinesi che le dovettero abbandonare e subito dopo lo stato israeliano se ne impossessò.

Sicuramente più interessante è sapere che un palestinese ha accesso a un decimo dell’acqua a cui ha accesso un israeliano e che in un territorio quasi desertico, queste nove parti in più hanno un bel peso sull’agricoltura. Se a questo fatto aggiungiamo che le arance per crescere hanno bisogno di una gran quantità d’acqua, mi viene da pensare che forse a una multinazionale, come la Jaffa, fare arance su terre rubate e con acqua rubata gli conviene.

Devo però ammettere che alla Jaffa sono molto furbi: ho visto oggi un video, che trovate nel post, in cui una bella bionda ricarica il suo iphone con delle arance. Nel video si vede tre volte il marchio Jaffa, una volta su un arancio e due volte sulle cassette di cartone. Il giornalista che rilancia il video su Repubblica TV sembra non accorgersene, dal commento accanto sembra dire che la pubblicità sia per l’iphone, che di pubblicità ormai non ha più bisogno, semmai è lo stesso telefono della Apple a far pubblicità alle arance.

Vi lascio con una domanda, vi sembra eticamente più corretto comprare le arance che vengono da Rosarno, dopo aver scoperto come vivono i raccoglitori, o comprare le arance che arrivano da Israele sapendo che per farle crescere è stata tolta acqua a interi villaggi palestinesi per delle settimane? A me fanno schifo entrambe le possibilità, mi sa che vado a comprarmi le mele di Saluzzo.

sabato 13 febbraio 2010

Nichelino, terra di lupi e palazzinari

Striscia la Notizia, uno dei programmi più seguiti di sempre, in uno dei momenti di maggiore audience, il venerdì sera, ha mandato in onda un servizio su un cavalcavia ferroviario in costruzione da più di 4 anni, che per calcoli errati poggia su una falda acquifera ed è troppo basso perché il treno ci passi sotto. Insomma, architetti e ingegneri se vogliono fare cose “particolari” si danno appuntamento a Nichelino: dopo una fontana che costa più di manutenzione che di realizzazione, dopo una piazza storica cancellata per fare posto a una foglia (qui il post sulla Piazza Rossa) e dopo Mondo Juve mai nato, ma che ha fatto cambiare la viabilità di due statali, ecco arrivare il cavalcavia mai finito.Che sia uno scandalo è ovvio, che sia uno spreco di soldi è palese, ma il perché venga fuori adesso in piena campagna elettorale mi sembra un po’ meno chiaro.

Gli interessi in gioco sono molti. Un comune di 50mila abitanti che aspetta un nuovo piano regolatore e che intanto continua a costruire in balia di una quantità incredibile di palazzinari, ha un forte appeal per i politici. Gli elettori votano compatti centrosinistra da decenni, rendendo questo collegio molto importante prima per i Ds e oggi per il Pd, facendo di questa cittadina la residenza di molti parlamentari. Un termometro di questo potere politico è il finanziamento, dico così anche se i soldi non sono ancora stati erogati, per l’interramento della ferrovia. Questo genere d'intervento è molto richiesto ma i fondi sono limitatissimi, il costo dei lavori alto e Nichelino sembra prossima a ricevere dei finaziamenti per l'interramento.

L’attuale sindaco è stato a lungo considerato come il nuovo onorevole, l'uomo che poteva venir fuori dal guazzabuglio nichelinese, ma negli ultimi mesi in molti si sono iniziati a domandare se questa previsione si realizzerà mai. L’esclusione dalla segreteria provinciale del Pd per Catizone può avere diverse spiegazioni, ma sicuramente non è un buon segno per la sua carriera politica.

L’onorevole Buglio, della mozione mariniana del Pd, ha appoggiato alle comunali una lista civica, facente parte della coalizione del centrosinistra, e non direttamente la lista del Pd. Alcune fonti dicono che Buglio appoggi, per le imminenti regionali, la candidatura a consigliere del sindaco di Vinovo, Maria Teresa Mairo, che fa parte dello stesso collegio elettorale di Nichelino. Mairo è anche lei stata in video nazionale oggi. E' stata intervistata per un fatto di cronaca nera, per il quale solitamente non viene chiesto un parere del primo cittadino (qui il video, notate che la troupe rai è andata a Vinovo, ma il sindaco è stata intervistata davanti al Palaisozaki). La Mairo diventa così la vera concorrente alla rielezione a consigliere regionale di Angelo Auddino, ingegnere attivissimo nel settore edilizio e alleato di sempre dell’attuale sindaco. Per molti il suo nome è strettamente legato alla realizzazione di diversi progetti di rinnovamento urbanistico nichelinese.

Io sono un complottista e vedo il gioco politico dietro tutto il movimento mediatico che ha preso piede in questi ultimi tempi, compresa la “sollevazione” popolare contro il rifacimento della Piazza Rossa. Spero che tutti si siano fatti bene i propri calcoli perché a forza di sputtanarsi a vicenda solo una cosa vedo sempre più chiara: Cota che avanza verso la Regione.

venerdì 12 febbraio 2010

ordine dei giornalisti

Fare domanda a una corporazione di entrare a farne parte è cosa complessa e noiosa, quindi non vi tedierò con la cronaca della mia personale disavventura. Voglio però mettervi al corrente di quello che è lo stato della stampa in Italia.
Tra le tante e complesse lettere e certificazioni che ho chiesto venissero protocollate con la mia pratica, c’era una breve lettera di referenze scritta in inglese: più che una lettera era una attestazione, niente di più che un paio di righe di circostanza. Al momento della registrazione la segretaria vede la lettera e mi guarda con fare interrogativo, io abbozzo un sorriso e chiedo se c’è bisogno di una traduzione, è ovviamente una domanda retorica: come posso pensare che all’ordine dei giornalisti, il consiglio che prenderà in esame la mia domanda sia composto da gente che non sa leggere un documento in inglese. Insomma in questi ultimi giorni il mondo dell’informazione è insorto, a mio modesto parere a ragione, per gli sviluppi del rapporto politica vs rai, intanto le chiavi del mondo dell’informazione sono in mano a un gruppo di persone che non sanno nemmeno leggere una lettera di referenze in inglese.

martedì 9 febbraio 2010

Sosta ciclabile

Sopporto poco, se sono in giro sopporto ancor meno e se sono in giro in bici non sopporto le macchine e il poco rispetto degli automobilisti nei confronti dei ciclisti. Torino è una città fatta a immagine e somiglianza dei suoi padroni; gli Agnelli, che della macchina hanno fatto il riferimento di sviluppo di tutta la viabilità e l'urbanistica. Le piste ciclabili in città sono poche e sovente scomode. Sono molto pubblicizzate, ma poco curate e inutili per gli spostamenti in centro.

Una delle poche piste ciclabili istituita in una zona strategica è quella che passa da via Verdi, vicino alla zona universitaria. Infatti tutti questi studenti squattrinati e sfigati possono andare fino in piazza Castello senza dover rischiare la vita su via Po e senza rischiare di uccidere qualcuno sotto i portici. Ma qui la giunta comunale, o il consiglio non so a chi darne il merito, si è superato: ha disegnato le strisce della pista ciclabile da piazza Castello fin quasi in via Rossini, dove una pizzeria si è impossessata di un bel pezzo di marciapiede e pista per installarci il dehors. Sono sicuro che in comune non usano molto le bici e quindi si sono basati per la concessione di quel dehors sul film ET, dove a un certo punto le bici iniziano a volare. A questo aggiungiamo che qualche decina di metri prima c'è l'ingresso del rettorato dell'università, dove c'è sempre qualche veicolo in sosta. Mi è capitato di provare a spiegare qualche autista che quella è una pista ciclabile e non un parcheggio, ma la risposta è sempre del tipo "Io lavoro per il comune. Se vuoi chiama i vigili". Purtroppo non ho sempre tempo di fermarmi e aspettare la municipale, ma il tempo per una foto lo trovo sempre, nel post trovate quelle che ho fatto oggi.
Quest'estate un amico francese di Lille, dove le bici sono quasi una cosa seria, mi raccontava che quando era giovane e aitante, gli è capitato più volte, che per un riflesso incondizionato, gli si staccasse il piede dal pedale vicino a una macchina parcheggiata su una pista ciclabile e che come per magia saltasse lo specchietto. Mi diceva che con i sensi di colpa passava più volte a controllare se la macchina si fosse parcheggiata nuovamente sulla zona riservata alle bici, per ripagare il danno, ma la macchina che aveva perso lo specchietto aveva perso anche l’uso di parcheggiarsi sulla pista ciclabile. Usanze da importare.

sabato 6 febbraio 2010

lista dei regali

Se siete soli in una grande casa piena di armadi e scatoloni quale sarebbe il modo migliore per trascorrere la serata. Io ho stappato una bottiglia di rosso e ho iniziato ad aprire tutti i cassetti. Non cercavo nulla di particolare, solo la prova che qualcuno questa casa la vive quotidianamente. Ben presto in taverna ho trovato una cassettiera piena zeppa di foto vecchie e nuove, a colori e tanti bianco e nero sbiadite dai decenni, poi polaroid e scatti bruciati da un fotografo non esperto nel regolare tempo e diaframma, ma la cosa più stupefacente sono stati gli album fotografici, il matrimonio, quelli monografici sull’infanzia dei bambini e quelli sulla famiglia di provenienza. Ho acceso il camino e mi sono messo comodo per riconoscere facce e luoghi, per ricostruire questa nostra storia di migrazione. Ero così contento che dubitavo di poter essere distratto; cado sull’album del mio battesimo e tra le ultime pagine trovo un mezzo quinterno: la lista dei regali scritta a mano da mia mamma, che vedete nella foto.
Adesso io non so se in tutta Italia è usanza, ma per me questo genere di liste è stato sempre una sorta di leggenda, ne ho sentito parlare da tanti amici e parenti, ma non ne avevo mai vista una e soprattutto non pensavo di averne una mia. Le liste come questa si compilano in caso di ricorrenze particolari in cui si ricevono molti regali da persone vicine e lontane, solitamente si tratta di presenti ricevuti per i sacramenti: matrimonio, battesimo, comunione e così via, probabilmente c’è anche chi riceve regali dopo che gli è stata somministrata l’estrema unzione, ma difficilmente in questo caso viene redatta una lista.
Sulla lista viene annotato il nome e accanto il regalo, se si tratta di soldi si scrive l’ammontare precisi. I nomi sono scritti con ordine: da una parte gli amici e poi divisi i parenti delle duverse “ali” della famiglia, materna e paterna o di moglie e marito se ritratta di una lista di matrimonio.
Le varie liste vengono poi conservate gelosamente e saranno la base sulla quale verranno fatti negli anni i regali, ad esempio la coppia di amici dei miei che mi ha regalato il passeggino avrà ricevuto un regalo di valore simile per il battesimo del loro primo figlio o per una ricorrenza di uguale importanza. Un mio zio ha tentato di rendermi più comprensibile l’utilità di queste note: ovviamente servono a non dimenticarsi di nessuno e di saper trattare tutti bene almeno quanto sei stato trattato, inoltre hanno un peso molto importante per capire quale lato della famiglia ha più a cuore la ricorrenza.
Tempo fa mi hanno raccontato un aneddoto, simile chissà a quanti altri, che rende bene la crudezza e assieme la comicità di queste liste di regali. Nella Piana di Gioia Tauro, della quale siamo originari, non ci sono molti alberghi, ma è usanza che la prima notte di nozze gli sposi la passino in hotel, quindi in molti si recano, o almeno si recavano, presso il motel che si trova accanto all’autostrada.
Gli sposini prendono la camera, mentre i testimoni, uno per la sposa e uno per lo sposo, in presenza di un qualche parente, si siedono nella hall e aprono le buste contenenti i soldi che sono stati regalati alla coppia. I testimoni leggono chi ha regalato e contano i soldi, intanto i parenti prendono nota sui loro quaderni, una sorta di tombola serale per chi non si è sbronzato al ricevimento. Alla fine dello “spoglio” vengono ricontati i soldi e ricontrollati i vari parziali e totali scritti sui quaderni, sia la famiglia della sposa che dello sposo avrà una copia del “verbale”. Sui quaderni vengono aggiunti i regali non pecuniari e diventando così una sorta di manuale da consultare per tutti i matrimoni che si celebreranno negli anni a venire.
Domani scrivo una lettera di ringraziamento a tutti quelli che sono sulla mia lista di battestimo!

giovedì 4 febbraio 2010

le tre campanelle

Stamattina in un momento di masochismo acuto ho deciso di andare a incassare un assegno alla posta accanto alla stazione di Porta Nuova. Neanche a dirlo c’era una coda pantagrulelica, so che i migliori di voi coglieranno il significato onomatopeico di questo tipo di fila. L’attesa mi ha dato modo di contemplare un vero blitz della polizia: hanno arrestato un banchetto. I fatti. All’angolo tra Corso Vittorio Emanuele e Via Sacchi c’è sempre un capannello di giovani anziani, sessantenni con scarpe sportive e sciarpe di pashmina, che si intrattiene con dell’innocente gioco d’azzardo: le tre campanelle. So che siete tutti smaliziati e non vi spiego né come funziona il gioco, né come è organizzata la truffa. La pozione del banchetto è perfetta: dietro una piglia, sotto i portici, con un passaggio giornaliero esagerato, tra cui tutti quelli che come me vanno alla posta e si perdono le mezz’ore aspettando, senza contare chi passa li davanti con i soldi della pensione appena ritirati. Tornando ai fatti: due poliziotti arrivano di tutta fretta a piedi e altri due su una gazzella, l’operazione è ben studiata perché i vari pali non riescono ad avvertire l’omino che tiene il banchetto. Con l'arrivo degli agenti per magia spariscono tutti: avventori e complici. I poliziotti sequestrano il banchetto e prendono le generalità del “croupier”. Arriva il mio turno ed entro in posta, meno di 5 minuti e sono fuori nuovamente. Gli agenti sono andati via e il banchetto è stato ripristinato, non è lo stesso, ma tutti i personaggi sono nuovamente lì. Sono divertito e sconcertato allo stesso tempo, salgo sulla bici e mi dirigo verso nuove code. Mentre pedalo mi delizio con un po’ di servizio pubblico; in questo caso RadioUno trasmette la diretta del discorso di Berlusconi alla Knesset, il parlamento israeliano. Il mio pensiero torna inevitabilmente ai giovani anziani e alle loro campanelle: i poliziotti non posso arrestarli, perché non è più reato penale, depenalizzato ad amministrativo dal vostro presidente del consiglio, se gli fanno delle multe questi non le pagano inoltre risultano come nulla tenenti quindi non c’è modo che lo Stato si rivalga su di loro. Intanto nelle mie orecchie Berlusconi sproloquia sulla “giusta reazione ai missili sparati da Gaza” e mi dico: se a capo del governo abbiamo uno che pur di non farsi processare va in visita in Israele e giustifica dei crimini di guerra, come me la posso prendere con la gioventù anziana che ha il vizietto di truffare un anziano meno giovane che ha appena ritirato la pensione.

martedì 2 febbraio 2010

Travaglio nichelinese

Nichelino è un caso tutto italiano: il sindaco con la sua coalizione di centro-sinistra raccoglie più del 70% dei voti, ma questo non appiattisce il dibattito politico, anzi esiste una coscienza politica che porta un gruppo di cittadini a interrogarsi sul proprio ruolo. In questo contesto di cittadinanza attiva nasce e si concretizza la collaborazione tra un’associazione, Animo Nichelino, e un comitato spontaneo, Comitato Piazza Rossa.
Questa sinergia diventa reale in una serata a cui partecipano 500 persone, il tutto completamente auto-organizzato e senza cappelli politici. L’ospite è Marco Travaglio, che con il pretesto della presentazione di un libro, uscito 6 mesi fa, intrattiene il pubblico con 45 minuti di monologo. Tantissimi gli applausi e forse ancor più le risate. Il giornalista passa in rassegna tutta l’attualità dalla visita di Berlusconi in Israele alle varie leggi di riforma della giustizia, dal caso D’Addario alle ipotesi di complotto, dalle amicizie internazionali del vostro presidente del consiglio ai controlli di sicurezza a palazzo Grazioli e poi ancora Craxi, lo scudo fiscale, gli “scoop” di Panorama, il movimento viola, la formazione delle liste elettorali e non è mancata qualche frecciatina ai “diversamente concordi” del PD. Il pubblico si diverte e scalpita per avere l’opinione del giornalista sui temi più disparati.
Travaglio si schiera anche sulle prossime elezioni regionali: non andrà a votare perché la linea politica di Pd è la stessa del PDL, esempio illuminante la posizione comune sulla Tav. Dal pubblico si alza la voce di uno spettatore che ricorda la candidatura del Movimento a 5 stelle, i grillini, allora il giornalista riparte affermando il suo completo appoggio a questa lista anzi dichiarando che sarà la sua scelta nel segreto dell’urna. Insomma un voto in meno alla politica tradizionale, ma non un voto perso.La politica locale non si è affacciata in questa serata se non con un cameo dell’assessore comunale alle politiche giovanili, Diego Sarno, che ha fatto un giro in sala prima dell’inizio della serata. Da notare la presenza nel gruppo organizzativo di due giovani consiglieri comunali, Azzolina e Brandolini, entrambi di due schieramenti più a sinistra del PD, uno di questi, nei pochi minuti di presentazione del Comitato, ha lanciato una polemica contro l’amministrazione locale: la mancata costruzione del Centro Giovanile, anche se il comune ha già ricevuto un finanziamento dalla regione per il 50% dei lavori.La serata nel complesso è stata un successo, tanti partecipanti e tutti entusiasti, naturalmente i temi affrontati sono sempre pronti a svoltare sul qualunquismo, infatti il livello culturale è rimasto ben ancorato a battute e macchiette, non bisogna però condannare queste esigenze della società civile. Per parafrasare Travaglio si può dire che ci sono molte persone che odiano Berlusconi, bisogna che vengano informati su quello che fa di sbagliato per il nostro paese, in modo che un sentimento si trasformi in una consapevolezza politica. La manifestazione organizzata da Animo Nichelino e Comitato Piazza Rossa ha iniziato un percorso nichelinese extrapartitico, incentrato sulla creazione di una coscienza politica che parte dal basso e questo merita tutto l’appoggio possibile.