Che internet stia cambiando radicalmente le società è un fatto, ma quali sono le reali potenzialità di questi cambiamenti? Su questa domanda si basano i sessanta minuti del documentario Us Now.
La tesi del film è sconvolgente nella sua semplicità e correttezza. Se si può unire il sapere di un milione di persone che non si conoscono e creare un’enciclopedia di qualità, cos’altro si può creare con internet?
I nuovi strumenti non provocano in sé e per sé dei cambiamenti, ma sono i comportamenti di chi li utilizza che possono portare allo stravolgimento della società e forse anche alla rivoluzione. Il regista ci porta a scoprire diversi progetti che mostrano quanto sapere ognuno di noi porta con sé e di che grande beneficio se ne tra se tutti lo mettono in comune. Esempio palese sono i software open source: la grandi ditte informatiche spendono un sacco di soldi per sviluppare dei programmi che sono meno precisi e più instabili di programmi che vengono sviluppati da una marea di programmatori che lo fanno gratuitamente. Firefox ha migliaia di applicazioni in più di Explorer e qualsiasi programmatore può aggiungere dei componenti, lo fa gratuitamente e lascia a tutti la possibilità di sfruttarli. Se su un programma ci lavorano milioni di persone, anche se senza remunerazione, sarà più efficiente di un programma sviluppato da cento persone in un bunker della Silicon Valley.
Il documentario non si ferma qui e cerca di capire come un sistema così inclusivo possa cambiare i governi del mondo. Un politico fa i suoi spot per 6 mesi di campagna elettorale e dopo ha 4/5 anni per fare quello che vuole. Come cambierebbe la società se tutti avessimo modo di partecipare in modo attivo durante questi anni in cui la visione del leader politico diventa la linea di sviluppo del paese? Ovviamente una situazione di questo tipo è utopica, per una lunga serie di motivi, il più importante dei quali è che in questo momento non tutti hanno accesso alla rete.
Il film stimola la nascita di una consapevolezza nuova sull’importanza di questi strumenti a nostra disposizione e sull’importanza del periodo storico che stiamo vivendo. Chi avrebbe mai pensato che un gruppo di persone che non si conoscono, senza soldi e con una limitatissima gerarchia, potessero organizzare, tramite internet, una manifestazione di piazza, il No B day, più grande di qualunque altra organizzata dai partiti politici?
Nessun commento:
Posta un commento